Ho visto il mio primo Amiga a 13 anni, nel 1989, un 500, a casa di un amico. Partì “Beach Volley”, e rimasi praticamente folgorato dalla musica e dalla grafica dell’intro.
Tornato a casa martellai mia madre per averne uno. Un Amiga 500 costava 750.000 lire, ma riuscii ad avere da un amico di famiglia, e per “sole” 500.000 lire, un Amiga 1000, monitor Philips a colori, un paio di Posso pieni di dischi e un meraviglioso joystick artigianale fatto con la plancia e i componenti di un cabinato arcade.
Quando dissi agli amici dell’acquisto mi presero tutti in giro, dicendo che il 1000 era vecchio, col solo ks 1.2 e che non era più prodotto. In realtà non notai molte differenze per l’uso che ne facevamo, a parte qualche glitch grafico in pochissimi giochi. Comunque la situazione cambiò quando un anno dopo comprai un bel mega di ram extra (280.000 lire!), con a corredo 2 kickstart custom, 1.2 e l’agognato 1.3. L’utilizzo più frequente dell’extra ram era copiare il disco di un gioco multidisco in RAD ed evitarmi qualche cambio dischetto. Con Zak McKracken fu una svolta!
Purtroppo venne il giorno in cui la curiosità mi spinse a smontarlo, e non avendo le conoscenze necessarie feci danni al case e al cavo floppy interno. Si, cercai di smontarlo…
Il computer fu messo da parte, e per lavoro sono sparito da casa per parecchi anni, e sapete bene che un computer lasciato incustodito è facile vittima delle manie di ordine di una mamma. Finì quindi relegato in cantina, nella fredda umidità, recuperato solo qualche anno fa.
Per capire meglio il resto della storia devo fare una piccola premessa. Colleziono vecchi computer dal 2002, quando si andava a liberare magazzini per due spiccioli e ti ringraziavano pure. Poi, nel 2013, ho venduto TUTTO quello che avevo, per concentrarmi su altri hobby (sono un musicista, suono alcuni strumenti, e gli strumenti costano). L’unico computer che ho tenuto della vecchia collezione è proprio questo Amiga 1000, ma per un solo motivo: quando lo aprii, vidi una firma “graffiata” sullo shield metallico che recitava “Di Dato Federico ’91”. Avevo totalmente rimosso questa cosa, e non vi nascondo che scese pure una lacrimuccia mentre mi immaginavo nella casa dove sono cresciuto mentre firmo inutilmente un computer… Ho venduto davvero di tutto senza farmi problemi, ma questo no, non potevo.
Mi misi all’opera, e nel tempo sono riuscito a sistemare il cavo e riparare le piste, riportandolo in vita. Il floppy drive non funzionava più, e fu rimpiazzato con quello di un Amiga 500, che con una leggera modifica esterna ha sostituito perfettamente il vecchio drive. Altro problema era la tastiera, molti tasti non andavano. Ho dissaldato e disassemblato ogni tasto, pulito, ravvivato la meccanica e poi risaldato il tutto. Ora è perfetta, forse va anche meglio di quando era nuova.
Rimanevano i danni al case: viti perse, graffi profondi, un disastro! Non potevo lasciarlo così, non dopo tutte le ore di divertimento, non dopo essere stato abbandonato al freddo e al buio per anni. Le plastiche del case e della tastiera sono lisce, ho quindi carteggiato il tutto, evitando i loghi. Ho usato una carta finissima, e ci ho messo una vita. Ho poi usato un prodotto venduto come protettore per plastiche, pagato pure caro. Ma a molti mesi di distanza, devo dire che ha funzionato.
Senza usare alcun prodotto, qualsiasi cosa appoggiassi sul 1000 lasciava una traccia nera, cosa che non è più successa dopo il trattamento. Non è oleoso, il computer è liscio, sembra velluto. Purtroppo, nell’enfasi da carteggio cancellai i colori del logo amiga, ma qui è accorso in aiuto un amico, che mi ha fornito un frontalino in ottime condizioni. Ovviamente è leggermente giallo rispetto al resto del computer, ma è perfetto così.
Ora il compagno di una vita è tornato, bello come il sole 🙂
Le foto sono state fatte nel corso di molti mesi, e purtroppo non ho foto precedenti all’inizio dei lavori.